SPAZIO POTENZIALE ARGOLAB 2: “Ceci n’est pas un centro diurno”

Dott.ssa Maria Grasso

L’immagine che richiama la celebre opera di Magritte, dove la forma perfettamente disegnata della pipa semplice ed imponente risulta slegata dal testo che la nomina, per Foucault (“designare e disegnare non si sovrappongono”) rappresenta la possibilità di scalzare un’abitudine, di uscire dalla ripetizione della caduta nell’identico. Vuole essere la condensazione di una riflessione sui percorsi di salute mentale nell’istituzione, parola nella cui etimologia “statuere” (collocare) “in” (dentro) troviamo l’insidia della cristallizzazione: stare in qualche luogo definito, in quanto “designati” in qualche modo.

La definizione “centro diurno” racconta di un luogo dove “si sta di giorno”, mentre pensare a un luogo dedicato a giovani adulti impegnati nel percorso di soggettivazione, mi interroga continuamente sul come un’istituzione possa facilitare l’esperienza di sentirsi “abili” a stare nel mondo. Da qui arriva il nome: Spazio Potenziale si riferisce al pensiero di D. W. Winnicott e indica una zona intermedia di esperienza all’interno della quale è attiva la possibilità di muoversi tra spazio interno ed esterno, tra immaginazione e realtà, tra bisogno di segretezza e quello di essere visti, è l’area dell’esperienza culturale e creativa. La proposta di conoscenza, attraverso la ripresa dei percorsi di studio o di formazione per le prime esperienze lavorative, unita all’esplorazione di discipline artistiche e alle attività sportive, nel contesto di condivisione col gruppo dei pari, consente l’acquisizione delle competenze necessarie a realizzare l’ingresso nella realtà sociale adulta secondo le personali risorse e inclinazioni. La creatività, in questo contesto, non si riferisce alla mera produzione di prodotti artistici, ma alla qualità psichica primaria innata negli esseri umani, cioè la spinta verso la salute, verso ciò che fa sentire vivi e reali, obiettivo che trova una delle sue realizzazioni concrete nel fare e condividere anche attraverso alcune iniziative culturali che proponiamo alla comunità. Trovato il pensiero dello Spazio, l’immagine del contenitore in cui potesse realizzarsi, mi ha evocato la nave Argo, non tanto per l’impresa che portò i giovani antieroi alla conquista del vello d’oro, quanto per le caratteristiche specifiche della costruzione dell’imbarcazione. È stata realizzata, seguendo le precise indicazioni di Atena, per essere resistente, veloce e in grado di partecipare attivamente alle avventure del numeroso equipaggio. Con l’auspicio che la competenza possa essere messa a disposizione di tutti in un ambiente in grado di sostenere, contenere e rispondere in maniera dinamica alle esigenze di quelli che si trovano a dover affrontare il più avventuroso dei viaggi alla scoperta di Sé in relazione all’Altro. Così Argolab2, naviga tra i suoi laboratori realizzati con la preziosa collaborazione della Cooperativa “Il Mosaico”, all’interno del DSM della ASL RM2.